COLLINE DI ROMAGNA DOP

COLLINE DI ROMAGNA DOP Le peculiari caratteristiche chimiche e organolettiche di questo olio derivano dalla combinazione di diversi fattori come le varietà di olivo presenti sul territorio, le caratteristiche dei terreni, il clima delle aree di coltivazione e le pratiche agronomiche, che prevedono una particolare cura nelle fasi di coltivazione e di raccolta manuale delle olive dalle piante.
Sono soprattutto le caratteristiche dei terreni e le varietà di olivo coltivate a condizionare l’aroma e il gusto dell'olio di Romagna. L'aroma di quest' olio, che possiede tra l' altro una bassissima acidità, è infatti molto delicato e fruttato, tanto da ricordare il frutto dell’oliva non completamente matura e appena franta. É un olio non eccessivamente strutturato, infatti le sue caratteristiche sono intermedie tra quello ligure (delicato) e quello toscano o pugliese (più deciso e forte). In genere è di colore giallo con riflessi verdognoli molto intensi.

In cucina può essere impiegato per condire insalate piuttosto ricche e per aggiunte a crudo su zuppe di ceci e fagioli, ma soprattutto per condimento di piatti importanti e complessi della gastronomia locale. É inoltre particolarmente adatto per maionese, per vellutate e besciamella, per purea di patate, su pesci bolliti, insalate di mare delicate, per saltare carni bianche, stufare verdure, per gli impasti di pasticceria fine e biscotti, torte lievitate, per friggere frutta, dolci, omlette.

La raccolta è fatta quasi esclusivamente a mano con il metodo della brucatura, solo recentemente alcune aziende si sono dotate di macchine agevolatrici per la raccolta (pettini pneumatici, elementi scuotitori, ecc..).
La commercializzazione è ancora affidata ai singoli produttori che vendono il proprio prodotto sfuso direttamente ai consumatori. Alcune grosse aziende, tuttavia, hanno iniziato da qualche anno a confezionare il proprio prodotto con marchi aziendali, per valorizzarlo e ricavarne un reddito maggiore.
I dati produttivi evidenziano in ogni caso anche la rilevanza economica della coltura sul territorio. Inoltre l' adozione delle norme previste dai disciplinari DOP implicano una produzione legata a tecniche rispettose dell' ambiente, nonché un incentivo per le aziende a rimanere sul territorio.
Un aspetto non secondario legato alla presenza dell’olivo sulle colline romagnole è il suo indubbio valore paesaggistico, in un’area che da sempre riconosce nel turismo un elemento di primaria importanza economica.

Note storiche
La coltivazione dell'ulivo risale ad oltre 3000 anni fa. Si suppone che provenga dall'odierna Siria. Mentre l'uso dell'olio di oliva in cucina è più recente, si fa risalire al 1500. In Romagna, dall'età Villanoviana, al Medio Evo e oltre, e fino all'inizio del '900, numerose sono le fonti archivistiche, ecclesiastiche e notarili che testimoniano la presenza dell'olivo nel territorio romagnolo e l'importanza dell'olio d'oliva nell'economia rurale della Romagna.

Disciplinare di produzione
Zona di produzione: comprende tutto il territorio dei comuni di Coriano, Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefìore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Poggio Berni, Saludecio, San Giovanni in Marignano, San Clemente, Torriana, Verucchio e in parte Misano Adriatico, Riccione, Rimini, Santarcangelo di Romagna, in provincia di Rimini; Borghi, Castrocaro Terme e Terra del Sole, Civitella di Romagna, Dovadola, Meldola, Mercato Saraceno, Montiano, Predappio, Rocca San Casciano, Roncofreddo e Sogliano al Rubicone e in parte Bertinoro, Cesena, Forlì, Forlimpopoli, Longiano, Savignano sul Rubicone, in provincia di Forlì- Cesena.
La zona di produzione delle olive destinate alla produzione dell'olio extravergine di oliva "Costa Romagnola" è complessivamente a buona vocazione per la coltura ed è caratterizzata da terreni di medio impasto, a volte tendenti all'argilloso e in alcuni casi con buona presenza della frazione sabbiosa. I contenuti in calcare sono in genere elevati, la reazione è spesso sub-alcalina e scarsa è la dotazione di sostanza organica. L'olivo trova in queste zone delle buone caratteristiche podologiche per il suo sviluppo e riesce a vegetare e produrre bene, anche in terreni piuttosto compatti e argillosi, poiché lo sgrondo delle acque è assicurato dalla morfologia collinare dei terreni e delle attente pratiche colturali degli agricoltori.
I fattori naturali sono rappresentati sia dalle caratteristiche podologiche dei terreni, sia, e soprattutto, dalle condizioni microclimatiche, che influenzano direttamente le caratteristiche chimiche e organolettiche dell'olio, obbligando ad una raccolta anticipata delle olive che garantisce un'elevata qualità dell'olio. I fattori umani trovano la massima espressione nello storico attaccamento alla coltura da parte degli olivicoltori locali, che si manifesta nelle tradizionali pratiche agronomiche/ attente e preservare la pianta dell'olivo sul territorio.

Varietà di olive: frantoio e/o correggiole (sinonimo locale di frantoio), minimo 60%; leccino, massimo 40%: ammessi Dondolino, moraiolo. selvatico, rossina e capolga, massimo 15%.

Caratteristiche di coltivazione: le condizioni ambientali e di coltura degli oliveti devono essere quelle tradizionali e caratteristiche della zona e, in ogni caso, idonee a conferire le specifiche caratteristiche qualitative all'olio derivato.
I sesti d'impianto, le forme di allevamento ed i sistemi di potatura, devono essere quelli tradizionalmente in uso nella zona. Sono ammesse nuove forme di potatura e allevamento purché non modifichino le caratteristiche delle olive e dell'olio extravergine di oliva prodotto.
La produzione massima di olive per ettaro non può superare 71 con un limite sempre massimo per pianta di 60 kg. La raccolta delle olive deve essere effettuata tra il 20 ottobre e il 15 dicembre di ogni anno e può essere effettuata a mano o con mezzi meccanici. Non è ammessa la raccolta di olive cadute a terra per attacchi parassitari.
Modalità di oleifìcazione: le olive devono essere sottoposte a defogliazione e lavaggio con acqua potabile, ogni altro trattamento è vietato.
Le operazioni di oleifìcazione devono essere effettuate entro i due giorni successivi alla raccolta.
Per l'estrazione dell'olio, sono ammessi soltanto processi meccanici e fisici atti a produrre oli che presentino il più fedelmente possibile le caratteristiche peculiari originarie del frutto e presso gli impianti di molitura (frantoi) presenti in zona.
La resa massima di olive in olio non può superare il 18%.
Le operazioni di estrazione dell'olio e di confezionamento devono essere effettuate soltanto nella zona di produzione.

Caratteristiche al consumo:
colore: dal verde al giallo oro;
odore: di fruttato di oliva medio o talvolta intenso, con eventuali sensazioni di erba o foglia;
sapore: di fruttato di oliva con leggera sensazione di amaro e/o media piccante, unitamente ad eventuali sentori di mandorla, carciofo o pomodoro;
acidità massima totale espressa in acido oleico, in peso, non eccedente grammi 0,5 per 100 grammi di olio;
punteggio al panel test > =7;
È obbligatorio indicare in etichetta l'annata di produzione delle olive da cui l'olio è ottenuto.